Thursday, August 23, 2012

Che cosa sarebbe Venezia senza i suoi Gondolieri?

Vogando sotto Il Ponte dei Sospiri


L’altro giorno mi è caduto lo sguardo su un blog post sulla pagina Facebook di una mia conoscente, intitolato: Le 10 cose da fare a Venezia (la gita in gondola NON è una di queste!). Io ho lasciato commenti, così come altri. Quelli che avevano fatto la gita in gondola nel passato non erano d’accordo con il titolo e pensavano unanimemente che non si potrebbe venire a Venezia e NON fare una gita in gondola.

Alcuni dei miei lettori sanno che sono sposata con un gondoliere di terza generazione, per cui i miei commenti potrebbero sembrare diretti a sostenere l’attività di mio marito—credetemi né lui, né i suoi colleghi, hanno bisogno del mio aiuto. La maggioranza dei viaggiatori che arrivano a Venezia fa in modo che il loro budget includa la possibilità di vedere “una volta nella vita” Venezia dalla prospettiva che solo una gondola può dare. E anche se io ho saltato la gita in gondola durante la mia prima vacanza a Venezia—stavo viaggiando con un’amica e abbiamo erroneamente pensato che fosse meglio lasciarla alle coppie d’innamorati—ho imparato da allora che non è limitata a chi cerca romanticismo, ma è sicuramente il modo più speciale di scoprire l’intreccio dei canali che si snodano attraverso la città.

La conversazione su Facebook è continuata per un po’. Io ho dato il mio contributo, forse riempito con più entusiasmo del necessario per Venezia e le sue gondole, ma poi ho deciso di farmi da parte quando il commento di una veneziana ha rivelato “odio” per la categoria dei gondolieri—i suoi motivi tenuti per sé, come lecito. Ma la parola “odio” è molto forte, così come il sentimento. E se invece questo commento fosse riferito al settore della ristorazione: “Il servizio in tale ristorante è stato scadente, il cibo anche peggiore, perciò io odio tutti i ristoranti.” Non avrei dato molto peso al commento.

Allora, questo post non è inteso a puntare il dito contro chi non è d’accordo con me o chi vede i gondolieri—in base alle loro esperienze—sotto una luce diversa rispetto alla mia. Sono informata del fatto che ci sono residenti che non sono simpatizzanti dei gondolieri. Questa non è una cosa nuova. Perfino il grande commediografo veneziano Carlo Goldoni ha scritto nel 1700 che i gondolieri, una categoria dalla quale sembrava essere intrigato, erano o amati o odiati. Tuttavia, la conversazione su Facebook mi ha spinto a chiedermi: Che cosa sarebbe Venezia senza i suoi gondolieri?

Molti viaggiatori vedono i gondolieri unicamente come un’attrazione turistica, mentre molti residenti li vedono come rumorosi, turbolenti, “pensano di essere i padroni della città”. Entrambi punti di vista hanno una vena di verità e no. Ma mi chiedo se l’uno o l’altro gruppo ha mai pensato al contributo che i gondolieri danno alla loro città—turismo a parte—e il beneficio che porta a Venezia avere qualche centinaia di gondole che scivolano sui suoi canali ogni giorno? Senza i gondolieri e le loro gondole, le fragili fondamenta di Venezia sarebbero probabilmente in condizioni molto peggiori. La gondola è effettivamente il deterrente giornaliero al Moto Ondoso—il danno provocato dalla scia e dalla risacca delle barche a motore alle fondamenta della città. La presenza dei gondolieri in ogni canale, largo o stretto, forza le barche a motore—spesso troppo di fretta per rispettare i limiti di velocità—a rallentare. Cosi, la loro presenza da sola aiuta a proteggere Venezia.

Un’altra situazione che coinvolge i gondolieri e la loro città, che recentemente si è riaccesa ma senza ottenere molta attenzione locale, è che più gondolieri sono stati minacciati, non solo verbalmente, da quelle persone che trafficano “borse griffate” per strada. Non solo queste persone vendono prodotti illegali, alcuni distendono la loro merce e ostacolano le zone di lavoro dei gondolieri. Quando è chiesto loro di spostarsi la maggior parte lo fa. Tuttavia alcuni hanno capito che l’amministrazione locale non sta facendo dell’eliminazione del loro traffico illegale sulle calli di Venezia una priorità e hanno tirato fuori armi da taglio o bottiglie rotte contro quei gondolieri che contestavano il posto dove avevano deciso di “aprire bottega”. I gondolieri hanno formalmente portato la questione all’attenzione dell’amministrazione locale, dei Carabinieri e dei media, non solo in difesa del loro posto di lavoro ma per il rispetto e l’amore che sentono per Venezia e soprattutto per mettere fine al degrado in cui versa la città. Tuttavia l’amministrazione locale, fino ad ora, ha scelto di guardare da un’altra parte, lasciando le azioni intraprese dai gondolieri—qualche volta pacifiche, altre volte no—di essere bollate come “motivate da razzismo”. Non hanno forse diritto i gondolieri, in possesso di una regolare licenza, di lavorare tranquillamente nei traghetti a loro assegnati? O serve che qualcuno si faccia male prima che la città affronti e freni il problema? Venezia non merita più rispetto, se non altro per tutto quello che regala ai suoi residenti e a tutti quelli che viaggiano per vederla?

Concludendo questo alquanto inusuale post nel mio blog, il messaggio che mi piacerebbe mandare è che la categoria dei gondolieri non è fatta di angeli o demoni. Sono uomini di tradizioni che hanno famiglie, lavorano sodo, godono la vita, qualche volta esagerano, e spesso lasciano volare troppe parolacce dalle loro labbra. Per quanto riguarda mio marito, e molti suoi colleghi che mi hanno sempre dimostrato rispetto e gentilezza, io posso testimoniare che amano la loro città e il loro lavoro, e né loro né la categoria meritano di essere odiati. Penso che per tutte le ragioni portate sopra la città e i suoi residenti dovrebbero invece sostenerli.     

1 comment:

  1. Well said, I agree that the city needs them. Venice would not be Venezia senza gondolieri. :(

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